Il settore spaziale ha acquisito enorme importanza strategica ed è divenuto teatro di competizione #politica,…
Il Presidente di Analytica, la Dottoressa Serangelo Denise, ha parlato con Alberto Pagani (già Deputato dal 2013, in Commissione Trasporti e telecomunicazioni nella XVII leg. e capogruppo Pd in Commissione Difesa nella XVIII leg.) del presente e del suo futuro della Difesa Italiana.
Dall’inizio dell’emergenza Coronavirus le Forze Armate e tutto l’apparato della Difesa italiana si è schierato accanto al comparto di protezione civile, sistema sanitario e Forze dell’Ordine per far fronte alla grave emergenza.
Tutto ciò ha posto un focus importante sull’attuale situazione della nostra Difesa Nazionale, mettendone in discussione il bilancio, il ruolo e le mansioni.
” A volte ci si innamora un po’ troppo delle parole e si rischia di smarrirne il significato.
Può accadere nella politica come nella dottrina militare. Le parole che ho sentito più spesso pronunciare impropriamente negli ultimi anni sono “resilienza” e “dual use”.
Il concetto di resilienza è senza dubbio importante, o essenziale, ma è un guaio se immaginiamo un sistema di Difesa resiliente, cioè capace di assorbire gli urti e recuperare lo status precedente senza rompersi o collassare, che non sia anche robusto, cioè capace di resistere ad una minaccia o ad un’aggressione senza alterare la sua capacità di risposta ed il servizio offerto. Lo stesso dicasi per l’utilizzo duale delle capacità.
Certamente le forze armate hanno capacità specifiche che possono essere utilizzate sia per compiti militari che civili, come ad esempio quale date dalle tecnologie di sorveglianza aerospaziali. Tuttavia ogni sistema organizzativo può dare il meglio solo se esiste una gerarchia delle funzioni ed obiettivi a cui si orienta.
Il compito delle FF.AA. non è quello del servizio sanitario nazionale o della protezione civile. Possono essere di aiuto quando c’è un’emergenza, ma ciascuno deve fare prima di tutto bene il proprio mestiere.
Dual use in fondo lo può essere quasi tutto, ma ogni cosa ha un uso principale, per cui è progettata, e degli utilizzi secondari, per i quali può servire. Se nei prossimi anni si dovrà riprogettare qualcosa dell’organizzazione militare, che ciò riguardi ad esempio la sanità militare o le funzioni di impiego delle FF.AA. nella sicurezza interna, io credo che lo si debba fare ripristinando questa logica.”
Per leggere l’intervista integrale, scarica il PDF.