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Senatore Urso, in base alla sua esperienza e all’attuale clima internazionale, come cambieranno i concetti di sicurezza ed interessi nazionali? Quali dovremmo includere in questi ultimi e quali sfide attendono il nostro Paese?

Bisogna rendersi conto che questo cambiamento era assolutamente necessario già prima della pandemia, perché i fenomeni di globalizzazione avevano cambiato in maniera sostanziale, fino alle radici, quelli che sono i conflitti internazionali e quindi le linee di frontiera dell’interesse nazionale italiano.

Questo è tanto più vero dopo la pandemia da Coronavirus e dopo tutta l’emergenza sanitaria che ne è conseguita: la pandemia è stata un’accelerazione della Storia. Porto tre esempi su tutti.

Il rapporto all’interno dell’Unione Europea e quindi delle nazioni all’interno dell’Unione Europea: tutti noi pensavamo – o almeno alcuni di noi – che l’Unione Europea andava profondamente e radicalmente cambiata. Per esempio, per quanto riguarda la condivisione del debito, o per quanto riguarda le linee del patto di stabilità e quindi gli investimenti interni, la tutela del mercato della produzione europea.

Questo sarebbe accaduto certamente nei prossimi anni, forse nei prossimi decenni, ci voleva tempo perchématurassero queste condizioni: ebbene, la pandemia ha obbligato l’Unione Europea a fare in pochi giorni quello che probabilmente avrebbe fatto nell’arco di qualche anno o di qualche decennio, cambiando prospettiva europea sia per quanto riguarda appunto la tutela del mercato interno, la produzione, l’occupazione, gli investimenti, i limiti che sono stati superati con il cosiddetto patto di stabilità.

Il secondo aspetto riguarda il lavoro e la società, produzione e occupazione, la nostra concezione sui movimenti interni.

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