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Venerdì 7 luglio 2023  il Presidente statunitense Joe Biden, ha approvato l’invio di munizioni a grappolo all’Ucraina con il fine di continuare a fornire supporto all’alleato in un momento cruciale del conflitto -quello della controffensiva- senza compromettere ulteriormente le proprie riserve di munizioni di precisione, caratterizzate da costi maggiori e tempi di produzione dilatati.

A livello internazionale, l’impiego di munizioni a grappolo è ritenuto quantomeno problematico, con 111 paesi firmatari di un trattato per la proibizione di esse. Queste controversie hanno fatto si che la notizia dell’accordo suscitasse dissenso da parte di alcuni alleati degli Stati Uniti, sollevando perplessità riguardo la decisione di Washington.

Questa analisi si propone di fare luce su alcuni aspetti relativi all’impiego di questo munizionamento nel conflitto russo-ucraino, a partire dalla sua legittimità secondo i criteri del diritto internazionale umanitario, le possibilità di impiego tattico e infine i risvolti strategici che esso assume nel contesto della controffensiva ucraina tenendone in considerazione sia la dimensione militare che politica.

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