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La fine del 2019 verrà ricordata per un evento che ha segnato in modo indelebile la storia mondiale: l’ufficio nazionale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nella Repubblica Popolare Cinese riporta la notizia diffusa dai media di alcuni casi di “polmonite virale” a Wuhan.

10 giorni dopo, le autorità cinesi identificano la sequenza del nuovo coronavirus, o SARS-CoV-2. È solo l’inizio di ciò che poi nel giro di poche settimane evolverà in pandemia, interessando l’intera popolazione globale

Efficacia e rapidità sono due aggettivi che meglio descrivono la gestione cinese dei contagi, ma quale prezzo ha pagato la popolazione? A quante libertà e diritti ha dovuto rinunciare per far sì che dopo soli 9 mesi dall’inizio dell’epidemia si potesse partecipare ad una festa a Wuhan?

Il presente paper vuole fornire una panoramica in merito all’impiego di sistemi di Intelligenza Artificiale (IA) per la sorveglianza di massa per il tracciamento dei contagi da Covid-19 e le lesioni di libertà individuali e privacy.

Prima verrà delineata l’attuale situazione relativa ai controlli implementati dal governo cinese e di come queste limitazioni si siano dimostrate efficaci per arginare la diffusione del virus.

Successivamente, verrà portata alla luce l’altra faccia della medaglia, ossia gli effetti della pandemia sul controllo della popolazione da parte del governo di Pechino. Per concludere, infine, verrà proposto un confronto con l’approccio europeo al tracciamento dei contagi e i recenti sviluppi in merito alle norme per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale.

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