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Il 21 maggio 2020, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha deliberato in ordine alla partecipazione dell’Italia a cinque nuove missioni internazionali, ai sensi dell’articolo 2, comma 1, della legge-quadro sulle missioni internazionali.

Analizzando il documento si è potuto evidenziare una crescente attenzione dell’Italia nella regione del Sahel, da sempre fortemente influenzata per retaggio storico dalla presenza francese.
Il Sahel è rientrato a pieno titolo nella sfera degli interessi nazionali dopo il venire meno della barriera che Muammar Gheddafi aveva assicurato per decenni al confine con Niger, Ciad e Sudan, la quale metteva un freno ai flussi migratori ed ai traffici che dal Sahel arrivavano in Libia e che influenzavano la sicurezza della regione mediterranea.

L’Italia, consapevole della difficoltà di stabilizzare la Libia entro tempi brevi, ha ritenuto dunque strategico, per la sicurezza non solo reginale ma soprattutto nazionale, mitigare il rischio nel Sahel prima che diventasse un’ulteriore trend nel Mediterraneo.

Il Governo Conte II, con questi presupposti, ha approvato la partecipazione di un contingente militare italiano composto da circa 200 soldati, 20 mezzi e otto elicotteri alla task force pan-europea denominata Takuba.

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