La Libia rimane, almeno per il momento, politicamente divisa fra due governi rivali e territorialmente…
Il Medio Oriente appare oggi come l’epicentro delle crisi globali, cronicamente sottoposto a guerre e disordini, agitato dai più lunghi conflitti del mondo. Tra gli Stati della regione, oggi il Libano è nel mezzo dell’instabilità: la mobilitazione popolare che dall’ottobre del 2019 sta investendo il paese ha messo in discussione l’ordine politico ed economico istituito dall’Accordo di Ta’if.
Alla luce degli ultimi avvenimenti lo studio identifica ed analizza le principali fragilità strutturali dello stato libanese, che si sono poi dimostrate essere le basi su cui esso poggia.
Il compromesso istituzionale, che regge la convivenza tra le diverse comunità religiose, ha contribuito alla creazione di network clientelari e di patronage politico-confessionale mantenuti tramite la distribuzione di favori e welfare informale. Ciò ha condotto alla creazione di una élite politica ed economica che è al governo da decenni.
Il default finanziario dichiarato il marzo scorso, l’emergenza da Covid-19 e la debolezza delle istituzioni statali non hanno generato un’inversione di rotta. Piuttosto che introdurre riforme significative, la classe politica al governo replica i comportamenti passati. In assenza di riforme, il supporto esterno non si materializzerà.
In questo contesto, la devastante esplosione del 4 agosto scorso – che appare essere un prodotto della negligente classe politica – sembra essere un’ulteriore prova della disfunzionalità del Libano. Ad oggi, quest’ultimo – certamente non nuovo ai vuoti di potere – è senza Primo Ministro.
A queste sfide interne, si aggiungono quelle di politica estera. Qui, le sorti del paese sembrano essere sempre più legate a quelle del movimento sciita Hezbollah.
Il futuro del Libano dipenderà certo dai fattori regionali, ma, ancora una volta, soprattutto dalle interazioni tra le varie comunità religiose.
Dalla conquista dell’indipendenza dalla Francia nel 1943 la stabilità di questo piccolo paese è dipesa dall’esistenza di un equilibro di potere tra le varie comunità confessionali, dalle dinamiche internazionali in atto e dal cambiamento degli equilibri geopolitici regionali e globali.