La Libia rimane, almeno per il momento, politicamente divisa fra due governi rivali e territorialmente…
Il Il 10 novembre 2014, ABM prestò giuramento di fedeltà al califfo al-Baghdadi e riconobbe IS come unico movimento impegnato nell’istituzione del califfato, marcando il suo scostamento ideologico da al-Qa‘ida e denominandosi Wilaya Sina’.
L’accettazione della bay‘a del gruppo da parte del sedicente “Stato Islamico” si inserì nella sua più ampia strategia di consolidamento del potere identificabile con l’espressione «baqiya wa tatamaddad» (rimanere ed espandersi); Wilaya Sina’ rappresentava l’estensione territoriale del califfato nella penisola sinaitica, un’area considerata altamente strategica sia per la sua vicinanza ad Israele che alla Libia.
Invero, nella progettualità di IS la connessione diretta tra i militanti presenti all’interno dello Stato libico e la provincia del Sinai avrebbe reiterato quanto accaduto nel Syraq, permettendo – da un lato – la formazione di un unicum geografico attraverso il quale espandere il proprio network nel Mediterraneo e nell’Africa saheliana e, dall’altro, di colpire gli “ebrei e i crociati”.
Per Wilaya Sina’, invece, il rebranding significò sia aumento di combattenti fra le sue fila e possibilità di rimpiazzare le perdite subite grazie all’arrivo di “soldati neri” provenienti dalla Siria o dall’Iraq, sia perfezionamento della strategia militare, raggiungendo un livello di sofisticatezza senza precedenti.
Simbolo del miglioramento delle sue capacità operative fu l’assalto al quartier generale dell’esercito egiziano ad al-Arish il 29 gennaio 2015, che, pianificato su più fronti, passò alla storia come il primo grande attacco di Wilaya Sina’.